jueves, 3 de agosto de 2017

USA:Tillerson e CIA all'arrembaggio contro Caracas - Fitzpatrick a favore del dialogo

 Il governo di Trump non riesce a mettersi d'accordo su che tipo di relazioni mantenere con il Venezuela. Da un lato c'è il catastrofismo intimidatorio del ministro degli esteri Tillerson (scuderia Exxon petrolio) e gli ultimatum di Mike Pompeo (coordinatore delle "agenzie"). Poi c'è il consueto etremismo ideologico del baby anticastrista Maco Rubio (i maligni gli hanno affibiato il nomignolo Narcorubio), e dall'altra le espressioni più equilibrate di Michael Fitzpatrick, responsabile delle relazioni con il Sudamerica.

Tillerson, Pompeo e Rubio parlano quasi con un linguaggio da caserma o delle vie di fatto: rivendicano pubblicamente di voler passare all'azione. "..o Maduro decide che per lui non c'è futuro e se ne va volontariamente, o troviamo la formula per obbligarlo ad abbandonare il potere". Tillerson specifica che è in corso un "dibattito interno inter-agenzie di inteligence" per creare le condizioni di un regime-change forzato in Venezuela.

Il ministro venezuelano Samuel Moncada ha replicato che si tratta della "più sfacciata minaccia degli USA contro il Venezuela, dal 1902 in qua. La pazzia scatenata nell'impero".


Di fronte all'esibizione di questa diplomazia "western", ha reagito quella parte del Dipartimento di Stato che non condivide l'accento marcatamente "petrolifero" impresso da Tillerson alla scottante questione. E che trova controproducente di nascondersi o utilizzare come arieti narco-Stati come Colombia o Messico. Michael Fitzpatrick, martedì si è affrettato a dichiarare alla agenzia EFE che "..vogliamo dialogare con il governo del presidente Maduro. Non riconosciamo necessariamente governi paralleli o contrapposti. Rispettiamo il governo ufficiale..."

Il sottosegretario per i rapporti con il Sudamerica ha ricordato che gli USA intrattengono "relazioni bilaterali con quasi tutti i Paesi del mondo, salvo un paio...".

Fitzpatrick ha specificato che Washington non si prefigge di riconoscere l'attuale Assemblea Nazionale, anche nel caso in cui questo organismo tentasse di costituirsi come un apparato statale parallelo.


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